mercoledì 19 luglio 2017

Un Dottore donna? ASSOLUTAMENTE NO!

È stato annunciato l'attore che sostituirà Capaldi come nuovo Dottore. O meglio, l'attrice: Jodie Whittaker. Commenti indignati di whovian sconvolti hanno ricevuto risposte da altri whovian so-tutto-io. Che misogini! Antiquati!
Peccato che le critiche fatte siano legittime, e che questa della BBC sia una manovra basata sul mero politically correct e del tutto incoerente con la continuity interna di Doctor Who.

Piccola premessa: qui non si commenta sull'attrice, che ancora non abbiamo visto all'opera, e se sarà brava lo riconoscerò. È l'idea di un Dottore donna che qui si contesta, in quanto narrativamente errata all'interno della serie. Datemi del misogino se proprio dovete, ci sta, ma ritengo di avere delle argomentazioni legittime a supportarmi. Chiedo giusto un pò di apertura mentale. 

Rimanendo nel new-who, concentriamoci brevemente sui Dottori che abbiamo visto finora:
-Eccleston provava ad avvicinarsi ad altre persone, a stabilire dei legami, ma la scomparsa di Gallifrey ancora lo tormenta. La sua giovialità nasconde un'immane tristezza. Da qui l'importanza della mal recitata Rose Tyler.
-Tennant è stato un Dottore playboy, buona parte delle sue gag si basavano su di lui che cerca di nascondere le sue varie tresche. Il culmine sarà con la Madame de Pompadour nella 2x04- The Girl in the Fireplace o, più recente, con la Regina Elisabetta in The Day of the Doctor.
-Smith è impacciato, goffo. Non sa come comportarsi con l'altro sesso. Scappa quando Amy lo bacia, nella quinta stagione. Acquista confidenza solo con River.
-Capaldi è simpaticamente refrattario alle relazioni sentimentali. Poco a poco si ammorbidisce, ma una vera confidenza la avrà solo con Clara (come amico) e, anche lui, con River.

Da questo quadro generale, si può notare chiaramente una generale refrattarietà del Dottore verso l'altro sesso. Non misoginia, ma comunque una certa diffidenza. Si aggiunge qui il fatto che abbiamo visto, al termine della nona stagione, ma anche della quarta, come il Dottore abbia, se non un controllo, una qualche influenza sulla rigenerazione (nella quarta dirige l'energia rigenerante in una mano che gli avevano tagliato precedentemente, nella nona scopriamo che ha inconsciamente scelto quale viso avere...).
Alla luce di questi elementi, dunque, come potrebbe mai questo time-lord rigenerarsi in una donna?È una scelta incoerente con il personaggio e con la direzione che (volontariamente o per caso) è stata presa in questi 12 anni di programmazione del new-who.

Si pone allora un'altra questione: i fan hanno sempre chiesto un Dottore donna, quindi la BBC avrebbe solo deciso di accontentarli,finalmente. FALSO.
-L'unico Dottore-Donna che voglio vedere.-
Seppur indubbiamente ci sia stata una parte di whovian desiderosa di una Dottoressa (Urgh!), molto maggiore è sempre stata la parte di fan che vorrebbe un Dottore- Fassbender o Cumberbatch, oppure finalmente un Dottore rosso (Rupert Grint, magari?). Perchè, dunque, accontentare una (piccola) fazione di fan, ignorandone un'altra molto più sentita? Perchè cominciare a dare retta ai fan proprio ora, per questioni così importanti, e proprio questi fan in particolare?

È evidente come questa sia stata una scelta basata solo sul politically correct. Questa tendenza di cambiare etnia o sesso a personaggi iconici deve finire. Se non è peggio del razzismo e del sessismo, ci si avvicina. Nulla di più fastidioso dell'ostentare il proprio "non razzismo" e "non sessismo". Poteva funzionare, ad esempio, nel nuovo Ghostbusters, un reboot avulso dall'opera originale, ma non per un programma consolidato come Doctor Who che è sempre cambiato, ma sempre coerentemente con se stesso.

Ormai la scelta della BBC è irrevocabile, spero solo che la Whittaker faccia un buon lavoro (così come Chibnall), ma è innegabile che l'idea di base sia tremenda, sbagliata per quello che è ed è stato Doctor Who finora. Dubito di far cambiare idea alle qualcuno con questo post (e un chissene non ce lo mettiamo?), ma spero almeno di aver dimostrato come chi è contrario ad un Dottore donna, non sia mosso solo da misoginia.

See ya!

(...E comunque il TARDIS non lo sapeva guidare anche prima...).

giovedì 3 novembre 2016

Before the Flood

In quanti si aspettavano la solita americanata con la star di turno guardando il trailer di Before the Flood?  Io di certo si.

Eppure Fisher Stevens realizza quella che vuole essere la funzione del film: informare sul tema del riscaldamento globale. Certo, è palese l’intento di voler scandalizzare il pubblico, ma ciò non è fine a se stesso, si nota un sincero interessamento da parte del regista, di Leonardo Di Caprio e degli altri produttori nei confronti del tema. E il punto forte del film risiede proprio in come il soggetto è stato trattato: per tutto il documentario, Di Caprio lascia spazio alle personalità che vengono intervistate, mette subito in chiaro di essere un attore, non uno scienziato, quindi per tutto il film la sua narrazione è solo un filo conduttore, mentre scienziati, politici, ricercatori, professori parlano del problema del riscaldamento globale, delle terribili conseguenze che sta avendo sul nostro pianeta, delle possibili conseguenze, dalla Florida, alla Cina, all’India, all'Antartide, sono gli esperti di tutto il mondo a parlare del problema. E per quanto all'inizio non possa sembrare, il film non è assolutamente incentrato su Di Caprio che si limita a svolgere il ruolo di narratore. 


E la storia che narra è stata strutturata egregiamente, ne viene fuori un discorso completo sul riscaldamento globale: cause storiche, cause attuali, oppositori(!?), conseguenze e vittime, possibili soluzioni, un documentario che non si limita al raise awareness, ma punta anche ad informare e ad incuriosire su un tema che coinvolge tutti noi.

Non è tuttavia un film esente da difetti: a livello tecnico il film si uniforma ai documentari di National Geographic con un montaggio serrato, atto a mantenere l’attenzione degli spettatori, ma che alla lunga può risultare fastidioso, ma che comunque non rovina la visione del film.

Before the Flood può non convincere all’inizio, sono stati molti i pregiudizi di cui ha sofferto, anche per la presenza di Di Caprio, tuttavia è riuscito nel suo intento di informare sul vero problema del nostro secolo, usando il suo attore di punta al solo scopo di attirare (giustamente) il pubblico, ma puntando sugli interventi di veri esperti nei vari settori, dando valore al contributo scientifico di cui dispone. Davvero una perla da non perdere, e che potrà essere vista gratuitamente sul canale YT di National Geographic fino al 6 novembre, QUI.

VOTO 4/5

domenica 22 novembre 2015

Hannibal (Stagione 3)

"Hannibal...I forgive you"

Non saranno mai piante abbastanza lacrime per la cancellazione di Hannibal alla terza stagione!

Una serie meravigliosa per come riesce a immergerci nella follia umana, con un gusto onirico ancora più forte qui che nelle stagioni precedenti, e forse è stato questo a far allontanare il pubblico,  per come questo stile (già presente nelle stagioni 1 e 2) sia stato implementato così tanto in questa terza serie, tuttavia, questo era il naturale percorso della serie: alla fine della seconda stagione l'Hannibal di Mads Mikkelsen si era finalmente rivelato, i personaggi hanno tutti esperito la sua potenza distruttiva, chi morendo, chi finendo in punto di morte, era dunque ovvio che il loro approccio col mondo da quel momento in poi sarebbe stato diverso, non potevamo aspettarci nuovamente una stagione basata sui monster of the week come le precedenti: questa prende toni molto più onirici, più contorti, dopo aver sperimentato il pieno potere di Hannibal, il Will Graham di Hugh Dancy prova a reimmergersi gradualmente in esso, al fine di ritrovarlo, quindi basta criticare il nuovo stile della terza serie, esso è non solo giustificato, ma assolutamente immersivo, coinvolgente e funzionale alla storia!

Si nota un certo pattern che si ripete nel corso della stagione: per due volte Will e Hannibal si separano (alla fine della seconda stagione e al termine della prima parte della terza) e per due volte si ricongiungono (verso la fine della prima parte e all'inizio della seconda), così che sembra venir meno l'influenza che il Jack Crawford di Laurence Fishburne sembra avere nel loro incontro, si ripete costantemente il loro riavvicinamento e la loro separazione, a prescindere dai voleri dei personaggi, un tira e molla che già avveniva anche nelle stagione precedenti, solo che stavolta si attua nella piena consapevolezza di entrambi, Hannibal si è mostrato, Will si è aperto, per quanto si facciano male a vicenda non possono farne a meno, un lavoro eccellente di Brian Fuller nel delineare quella che lui stesso ha definito una malata e distruttiva (per loro e per chi vi si avvicina troppo) "storia d'amore" tra i due.

Non poteva mancare l'altro punto forte della serie, la bellezza del macabro, della carne, trasgressiva ma mai vista con paura e, anzi, con desiderio, esperita solo(?) da Hannibal, ma desiderata, ambita, amata da più di un personaggio, così che anche le immagini più assurde, oniriche, sopra le righe vengano accettate da questa passione malata, ancor più che nelle stagioni precedenti.

"Don't run, I'll catch you"

La seconda parte della stagione ci introduce nella trama di Red Dragon, con Richard Armitage ad interpretare Francis Dolarhyde, il cui arco narrativo è gestito magistralmente: gradualmente viene costruita la sua follia, per poi farla esplodere negli ultimi episodi, vengono delineate la sua fragilità, le sue paure, ma anche, soprattutto, la sua furia, la rabbia selvaggia del Great Red Dragon, cosicché il tutto, aiutato dall'ottima performance dell'attore, ha portato ad un blocco di episodi assolutamente coinvolgenti e appassionanti, una degna conclusione per la stagione, che non fa rimpiangere assolutamente il film del 2002 con Edward Norton, Ralph Fiennes ed Anthony Hopkins nei ruoli di Will, Francis ed Hannibal.

Ancora non mi capacito della cancellazione di Hannibal, si vocifera che Bryan Fuller stia cercando un'altra compagnia per poter produrre un film che concluda tutte le strade lasciate aperte da questa terza stagione, non possiamo che sperare che vi riesca, intanto, un bel re-watch della serie è d'obbligo.

VOTO 4/5

giovedì 12 novembre 2015

Doctor Who 9x05/06- The Girl Who Died/The Woman who Lived

Ce l'avevano annunciato, era nel teaser, era nel trailer, ed ecco che è arrivato in fine l'episodio con Maise Williams, il 9x05-The Girl who died, eppure,  nonostante il nome relativamente "importante" di Arya Stark, è il Dottore colui che, più di tutti, questa puntata prende in considerazione e fa evolvere,  per approfondire meglio Ascildr dovremo aspettare quel disastro di 9x06- The Woman who lived, ma ci arriveremo...

Chi non si ricorda della sommaria freddezza che aveva il Dottore di Capaldi subito dopo la rigenerazione,  di come non si curasse di salvare quelli che ormai erano spacciati al fine di salvare il salvabile (vedi l' 8x02- Into the Dalek)? Prendete questo punto, ingranditelo ad un intero cast di personaggi, un villaggio vichingo,  sacrificabile per salvare la terra, aggiungetevi un Dottore ormai cresciuto da quel lontano 8x02 e avrete questo episodio in cui il Dottore fa quello che gli riesce meglio: salvare tutti col suo solito ingegno, coi suoi piani dell'ultimo secondo, è questo che rende grande questo episodio che non solo rende evidente quella che è stata la sua crescita, ma lo fa intelligentemente,  in modo sottile, senza il bisogno di renderlo esplicito, senz'altro eccellente dunque il lavoro di Jamie Mathieson e Steven Moffat, che delineano il tutto senza darvi un eccessivo spazio, bastano poche righe, le parole giuste al momento opportuno, così da non togliere spazio alla caratterizzazione dei comprimari, sviluppati quel tanto che basta per essere funzionali alla storia, forse se anche questo fosse stato un two-parter avremmo potuto avere ruoli più memorabili, ma, per lo screen- time che avevano a disposizione, i due sceneggiatori hanno fatto un buon lavoro e comunque il personaggio di Maise Williams, che ovviamente era quello la cui introduzione e caratterizzazione preoccupava di più gli scrittori,  dato il suo ruolo puntate successive, è stato sviluppato ottimamente, merito anche dell'interpretazione dell'attrice, dunque un buon lavoro nel complesso!

Il modo in cui le tematiche sono state affrontate, i riferimenti alle stagioni passate, la costruzione dei comprimari, della tensione, della risoluzione degli eventi, rendono il 9x05 uno dei migliori episodi finora trasmessi per la nona stagione di Doctor Who, che promette sempre meglio, una qualità sempre più alta!
...e poi arrivò la 9x06.

Avendo visto ormai tutti gli episodi della serie, posso affermare che l'episodio 9x06- The Woman who Lived è il punto più basso (nonché unico vero passo falso) di questa nona stagione.

Ciò è dovuto in parte alla sceneggiatura di Catherine Tregenna, in cui le parti che non delineano il personaggio di Maise Williams, chiaramente guidati dallo show-runner Steven Moffat, mostrano una scrittura piatta, scandita da patetici teatrini comici di scarso livello, che vanno dalla mal gestita comicità fisica sino a infantili giochi di parole, davvero fuori posto anche per una serie come Doctor Who. Tuttavia è la regia di Ed Bazalgette a costituire l'elemento deleterio della puntata, caratterizzata da mal gestiti giochi di luce, che tentano di creare un'atmosfera cupa ma che rendono invece disorientante(e difficile da comprendere) la visione, fattore amplificato da un montaggio troppo serrato, sbrigativo, che tenta di tenere insieme le mal girate (e mal fotografate) scene.

Va comunque menzionata la caratterizzazione di Ashildr che, pur non salvando l'episodio, delinea un tipo di 'immortale' davvero originale per la serie, sia invidiabile che patetico, e che fa si che questa puntata, altrimenti non salvabile, non sia esente da qualche scena memorabile.

Tuttavia la 9x06 è e rimane il punto più basso raggiunto da questa nona stagione, nel complesso risulta per nulla coinvolgente, assolutamente non memorabile, e in generale una puntata del tutto evitabile, che, per lo meno, ci farà apprezzare maggiormente gli episodi che seguiranno.

9x05- The Girl who died            VOTO 4/5
9x06- The Woman who Lived    VOTO 3/5

martedì 10 novembre 2015

Doctor Who 9x03/04- Under the Lake/ Before the Flood

Un nuovo two-parter scandisce gli episodi 9x03-Under the Lake e 9x04-Before the Flood, scritti entrambi da Toby Whithouse, e ancora una volta con un ottimo risultato per questa nuova stagione del Dottore.

Lo sceneggiatore qui riprende quella che era stata la tematica dell'ottava stagione: l'ormai noto Am I a good man riecheggia forte nel 9x03, per palesarsi di fronte al Dottore nel 9x04, portando tuttavia nuovi spunti di riflessione per lo spettatore, e per il time-lord stesso, quando più volte i suoi interessi sembrano contrastare con quelli dei suoi comprimari, quando si mette in dubbio i suoi effettivi valori e scopi...varie tematiche che, grazie all'ampio spazio di due episodi, lo sceneggiatore è riuscito a sfruttare al meglio.

Il tutto funziona anche grazie agli antagonisti principali di questa storyline: il modo in cui vengono portati in scena, sviluppati, giustificati i "fantasmi" risulta non solo coerente con la storia, ma anche accattivante, molto più della "causa" di tali fantasmi, il vero e proprio villain risulta infatti molto piatto pur riuscendo, col suo design, a darci subito l'idea di cattivo della storia, ma, proprio per questo, a non essere tanto accattivante quanto lo sono le sue creature.
Gli altri comprimari invece funzionano molto bene, varie personalità che risultano tutte molto naturali nel loro contesto e per come interagiscono con Il Dottore e Clara e con la situazione in cui si trovano, persino le appena accennate sottotrame amorose non risultano forzate e anzi si adattano perfettamente alla storia.

Come sempre nulla da dire su Peter Capaldi e Jenna Coleman se non che continuano a dare delle ottime interpretazioni, sto apprezzando il Dottore di Capaldi ancora più che nella stagione precedente, e i nuovi elementi che sono stati aggiunti al personaggio (la chitarra elettrica e i sonic-sunglasses) sono tanto sopra le righe quanto geniali sia come spunto per piccole scenette comiche, sia come spunto narrativo.

Un altro nuovo two-parter per il Dottore, sperando che continui di questo passo a livello di tensione, di atmosfere, di caratterizzazioni...Moffat non essere te stesso, per una volta!

9x03- Under the Lake   VOTO 4/5
9x04- Before the Flood  VOTO4/5

martedì 29 settembre 2015

Doctor Who 9x02- The Witch's Familiar

"Admit it, you've all had this exact nightmare!"

Naturalmente non potevamo aspettarci da Steven Moffat un livello di qualità uguale a quello della puntata precedente, dopo un pò il calo, per lui, è inevitabile,  e infatti in questa 9x02- The Witch's Familiar risente delle di alcune delle  facilonerie di sceneggiatura tipiche dello scrittore: lo si nota soprattutto nelle ripetitive meccaniche tra Missy e Clara:  inutili siparietti comici, necessari più a fare avanzare la loro storyline, più che per portare avanti il discorso avanzato nella puntata precedente; ne risente anche il twist finale che, come spesso abbiamo visto con Moffat, è molto forzato.

Allora perché,  nonostante queste evidenti pecche, l'episodio funziona davvero bene?

Perché lo sceneggiatore riesce a rimanere coerente, a livello di tensione, di atmosfera, di sviluppo sei personaggi,  con la puntata precedente,  creando un unico grande arco narrativo di 90 minuti, in cui ogni elemento della prima parte viene collegato e risolto nella seconda, tra le facilonerie sopracitate, incredibilmente mancano i classici buchi di trama a cui Steven ci ha abituati, per una volta è riuscito a sfruttare al meglio le risorse concessegli, creando un episodio coeso e coerente (addirittura vengono risolti quelli che pò ebano sembrare, nella prima parte, dei buchi di trama!), le stesse performance attoriali rimangono ottime come sempre, con una menzione speciale per Nicholas Briggs, che doppia in modo egregio i diversi tipi di dalek, caratterizzando in modo particolare ogni diversa "gerarchia",dal dalek supremo, ai sottoposti, ai modelli originari dalla serie classica (tra l'altro, ricordiamo Briggs per lo stupendo Generazione Dalek, libro dedicato all'undicesimo Dottore).

Nonostante tutto, dunque, questo two-parter si conclude bene e, sperando che tutta la nona stagione rimanga su questi standard, si prospetta davvero un'interessante nuova serie.

Bel lavoro, per ora, Steven, ma ti teniamo d'occhio!

VOTO 4/5

domenica 27 settembre 2015

Doctor Who 9x01- The Magician's Apprentice

"Davros knows, Davros remembers!"

Questa nuova stagione di Doctor Who inizia col botto... letteralmente, i botti della guerra indicano subito il mood di questa nuova serie, dai toni molto più seri e impegnati.

Quanto spesso abbiamo visto il Dottore provare della genuina vergogna? genuina in quanto assolutamente giustificabile, non dovuta ad un gesto che non avrebbe potuto evitare, ma un vero e proprio dubbio, qualcosa che metterebbe in  dubbio lo spettatore stesso, in cui non esistono giusto e sbagliato, vi è solo il fare una scelta e affrontarne le conseguenze.

Steven Moffat per ora ha fatto un buon lavoro, ha creato un ottimo arco narrativo per i personaggi, è riuscito a costruire bene la tensione della storia, facendoci attendere con ansia l'esito che vedremo dopo sette giorni, un buon whovian sa bene di dover fare attenzione a Moffat, ma per ora vi sono i presupposti per un buon two-parter, possiamo sperare bene anche grazie al ritorno di vecchi personaggi, introdotti in modo funzionale alla storia, chiarendo in pochi passaggi cosa li ha spinti a tornare e come, senza tuttavia distrarre lo spettatore dalla storia, probabilmente uno dei migliori aspetti dei lavori dello sceneggiatore.

Le interpretazioni sono sempre ottime, da un Peter Capaldi del tutto calato nel proprio personaggio e che risulta dunque naturalissimo, un dodicesimo Dottore in piena forma! fino ad una Jenna Coleman  che funziona altrettanto bene in questo episodio, in cui viene messo in dubbio il suo effettivo ruolo di companion nella vita del Dottore, un discorso che sicuramente ritornerà nel corso della stagione, considerando anche l'annuncio dell'attrice di aver lasciato la serie. Ma la vera rivelazione, a livello attoriale, è stata quella di Michelle Gomez, la cui Missy ritorna con una pazzia più controllata, meno esplicita di come la ricordavamo nella stagione precedente, ma che si dimostra altrettanto letale e pericolosa.

Questa nona stagione è partita davvero bene! gli alti livelli di tensione, l'intrigante intreccio, le ottime interpretazioni, giustificano delle alte aspettative per i prossimi episodi, sia per la conclusione di questo two-parter, sia per le storie a seguire... sperando che Moffat non rovini tutto.

VOTO 4/5