venerdì 4 settembre 2015

Hunger

È difficile ascrivere ad un singolo genere un prodotto come Hunger, opera prima di Steve McQueen, è forse un film storico? eppure la vicenda storica sembra più uno sfondo alla vicenda, piuttosto che il soggetto della stessa. Un biopic allora? sembrerebbe, ma il protagonista non è caratterizzato  e sviluppato più di tanto (nonché introdotto dopo ben un terzo della pellicola). È dunque un film drammatico? sicuramente è un dramma quello che tratta, eppure non assistiamo ad un arco narrativo drammatico del personaggio, nessun intreccio("classico"o complesso che sia) che lo porti inesorabilmente alla sua fine.
Eppure, paradossalmente, questi generi non si annullano a vicenda, ma, anzi, si compenetrano, così che l'uno sfoci nell'altro e viceversa, confluendo tutti nel creare un'unica, opprimente, tragica atmosfera che non fa da sfondo, ma è parte integrante degli eventi e delle azioni dei personaggi.

Tuttavia Hunger risente di tutti i difetti di un'opera prima: una lentezza, seppur studiata, che risulta eccessiva in più punti, virtuosismi ben attuati ma portati all'eccesso e resi dunque prolissi, tutti errori evitabilissimi.

Era però chiaramente uno l'obbiettivo del regista, quello che è ormai il suo tratto distintivo: il dolore. 
Steve McQueen è dannatamente bravo a costruire in modo graduale il dolore, poco a poco, sfruttando l'atmosfera che ha creato, per poi farlo esplodere in tutta la sua furia distruttiva, qui il dolore non è invocato indirettamente come in Shame, non è fine a se stesso, frutto della tortura, come in 12 Anni Schiavo (in cui il regista avrebbe ripreso anche l'uso dell'atmosfera di Hunger), qui il dolore è portatore di devastazione, esplode tanto dall'esterno (le percosse delle guardie) quanto dall'interno (l'hunger stike), e con esso si accompagnano tutti gli effetti negativi auspicati, nessuna redenzione, un dolore che è morte, prima di essere rivoluzione, con una solitaria, triste dicitura finale come sola consolazione, una vaga speranza che non sia stato tutto inutile.

Hunger è un'opera prima, e lo si sente in più di un'occasione, tuttavia, nonostante la poca esperienza posseduta in quel momento dal regista, egli è riuscito comunque a costruire e ad esprimere quei fattori che sarebbero diventati i punti forti della sua filmografia, di certo un ottimo inizio.

VOTO 4/5

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