
Hannibal non è solo una serie tv, è una spirale di dolore, morte, passioni, amicizia e dipendenze che ti trascina nelle situazioni più malate, aberranti e portate all'estremo che la mente umana possa concepire, il tutto sotto l'egida del serial killer psicopatico per eccellenza, Hannibal Lecter, e accompagnati dalla pura e coinvolgente empatia di Will Graham, essenziale per trascinarci affondo in questo mondo.
Con un'abile tag-line posta nei titoli di testa:"inspired by the characters of Thomas Harris' s Red Dragon", la serie prende non poche distanze dai romanzi e dai film che l'hanno preceduta, lo sceneggiatore Bryan Fuller modella a suo piacimento la materia che si ritrova tra le mani, intreccia i rapporti tra Will e Hannibal come mai era stato visto nelle opere precedenti, ed esplicita la folle spietatezza di un dr. Lecter data prima per scontata, un'altra riprova della secondarietà della fedeltà al source material rispetto alla qualità del prodotto in sè.
Tutto ciò è coronato da una regia che regge perfettamente momenti fattuali e sequenze oniriche senza creare tra di esse uno stacco netto, pur mantenendo un certo attaccamento alla realtà.

Poche serie riescono a colpire quanto lo fa Hannibal, tanto terrorizzante sia visivamente che emotivamente, tanto minuzioso nella sceneggiatura quanto nella regia, si pensa che dalla terza stagione, di prossima uscita, si comincerà ad entrare negli eventi narrati in Red Dragon, si può solo sperare che ciò non freni il lavoro creativo dello sceneggiatore e che anzi sia un ulteriore spunto per fargli incrementare il suo lavoro sulla serie, ma date le due prime ottime stagioni, è presto per preoccuparsi.
Poche serie sanno essere coinvolgenti quanto lo è Hannibal, aspettando con ansia la prossima stagione, e sperando per il meglio.
VOTO 4/5
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