domenica 19 aprile 2015

The Elephant Man

Com'erano belli i tempi in cui l'onirico di David Lynch era il come del film, invece del cosa, i bei tempi di The Elephant Man.

Rimane costante per tutto il film il tema della messa in scena: l'intera vita dello sfortunato John Merrick è letta attraverso un palcoscenico, che sia quello del fenomeno da circo deriso, o quello del caso medico studiato, o ancora quello della personalità che l'elite londinese ama visitare, gli stessi spettatori che sono venuti al cinema o che hanno comprato il dvd sono accorsi per assistere a questo spettacolo allestito da Lynch, e il regista non nega ipocritamente tale fattore, ma anzi fa evolvere il film mantenendo invariato il leit motiv dell'attenzione posta sul freak, cosicché personaggi positivi e negativi vengono creati in base al loro comportamento nei confronti di questa messa in scena, passando dagli sfruttatori del freak, che lo mettono in mostra per il guadagno personale, a chi ha pietà di quest’uomo e che, nonostante il primo interesse scientifico, cerca di dargli sollievo, un leit motiv più volte rimarcato dal regista stesso, con dissolvenze in nero che sembrano simulare un sipario che si chiude per passare alla prossima scena.

Funziona molto bene lo stile di Lynch che qui si traduce in una porta per la psiche del centro della storia, John Merrick, la cui mente traduce ed espleta ogni sua gioa, sofferenza, paura e timore,  accompagnati dall’ottima interpretazione di John Hurt, che riesce a far emergere un range ottimale di espressioni e reasìzioni del personaggio da sotto il pesante trucco applicatogli, un’interpretazione eguagliata solamente da quella di Anthony Hopkins, vero e proprio perno empatico della storia.

The Elephant Man è uno dei veri capolavori di David Lynch, un completo equilibrio tra trama e fattore onirico, delle interpretazioni eccelse dell’intero cast, e, non meno importante, una regia coinvolgente, capace di far sentire la presenza, la rilevanza e l’effetto sulle vite dei personaggi di John Merrick, lo rendono uno dei massimi lavori del regista.

VOTO 5/5

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