martedì 30 giugno 2015

Brick Mansions

Che cos'è questo senso di incompiutezza, di messaggio privo di voce, che pervade Brick Mansions di Camille Delamarre?

Nessun dubbio sulla potenza visiva del film, anzi, raramente delle scene d'azione, poste ad un ritmo così serrato, riescono a non stancare o annoiare lo spettatore,  eppure il regista riesce a mantenere sempre l'attenzione del pubblico, anche se sacrificando spesso e volentieri rapporti tra personaggi o eventi importanti per la trama, allo scopo di tenere sempre alto il ritmo della pellicola, più d'una volta vi ritroverete a chiedervi il perché di uno scontro appena avvenuto, che senso ha avuto quella battuta o quel dialogo, situazioni che mai avremmo trovato nel Banlieu 13 di Pierre Morel che la regista si propone di ricreare, stravolgendolo invece di cambiarlo, creando una brutta copia senza alcun motivo di esistere, a livello di script, un difetto totalmente assente nell'originale pellicola, in cui il tutto era gestito in modo molto più equilibrato.

E a fallire è proprio la sceneggiatura del film, inutile ricordare i richiami a 1997-Fuga da New York: per quanto il film riesca a non esserne una copia, non riesce neppure a trovare la stessa coerenza narrativa, al contrario dell'opera originale, molto più solida, nè è altrettanto ben delineato il discorso che prova a lanciare, stravolgendo personaggi e situazioni sul finale nel tentativo di recuperare un qualche senso sociale per la storia, con caratteri meno che memorabili che alla fine non possono che rientrare nelle macchiette del genere, con un finale tanto buonismo quanto irritante e seccanti ed irritanti buchi di trama.

Brick Mansions risulta dunque in un esperimento fallito, è triste vedere u  evidente potenziale sfruttato così malamente, e nonostante le scene d'azione e splendidamente girate e io clima di leggerezza che il film riesce a creare, purtroppo ciò non riesce a nascondere i gravi ed evidenti difetti nella sceneggiatura, un vero peccato.
VOTO 2/5

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